Fusione fra Green Energy Resources e l’italiana ICL

Green Energy Resources, una società di forniture bioenergetiche che vende prodotti a base di biomassa, con sedi in Regno Unito e Spagna, ha reso noto di aver raggiunto un accordo di massima per la fusione con la Italiana Commissionaria Legnami (ICL) di Monza, con filiali a New York e in Brasile.

I dettagli della fusione non sono stati diffusi.

ICL è il principale importatore di combustibile a base di fibra di legno in Italia. Nel 2003, la società ha venduto circa 80 mila tonnellate di scaglie di legno al mese sul mercato italiano. La fusione proposta è finalizzata alla conquista del mercato verticale, dall’approvvigionamento al trasporto, agli impianti di generazione di energia, e creerebbe una delle più grandi società internazionali di energia rinnovabile/biomassa attive a livello mondiale.

L’entità combinata dovrebbe avere una capacità di distribuzione ampiamente superiore a un milione di tonnellate di biomassa per anno.
Il prodotto viene consegnato dai due vettori di scaglie di legno sotto contratto agli impianti energetici esistenti. Tutti i combustibili a base di biomassa rispondono ai criteri del rigoroso sistema di certificazione UTCS e al protocollo di Kyoto.

La fusione comprenderebbe contratti Green Certificate (certificati verdi) in grado di generare ricavi lordi pari a circa 150 milioni di dollari USA l’anno, in virtù di vendite garantite dalla delibera CIP 6 fino al 2012, per un totale di oltre un miliardo di dollari. I piani comprendono inoltre dei contratti per l’acquisto o la costruzione, da parte della società, di altri vettori di scaglie di legno, fino a un massimo di tre

Joseph C. Murray, amministratore delegato di Green Energy Resources, ha dichiarato: “Da questa fusione ci attendiamo uno stimolo notevole al settore dell’energia rinnovabile, alla tutela delle foreste mondiali, ai Green Certificate, e alla biomassa in particolare; in più, l’operazione dovrebbe segnare un importante passo avanti verso la presa di coscienza, da parte degli Stati Uniti, delle potenziali opportunità commerciali create dall’accordo di Kyoto”.